Fonte Ambiente Italia
S.r.l.
Negli edifici residenziali il
fabbisogno termico per la produzione di acqua calda rimane costante nel corso
dell’anno. Un’indicazione sul fabbisogno di acqua calda è data dal numero di
persone che abitano l’edificio. Solitamente il consumo giornaliero pro capite di
acqua calda a 45 °C
viene stimato intorno a queste cifre:
1. comfort basso 35 l/(persona/giorno)
2. comfort medio 50 l/(persona/giorno)
3. comfort alto 75 l/(persona/giorno)
Nel caso si vogliano collegare
all’impianto solare anche la lavatrice e la lavastoviglie, il fabbisogno deve
essere aumentato di:
1. lavatrice 20 l/giorno (1 lavaggio al giorno)
2. lavastoviglie 20 l/giorno (1 lavaggio al giorno)
Esempio:
Una famiglia di
quattro persone necessita, per avere un comfort medio, di circa (50 litri x 4 =) 200
l/giorno di acqua calda. Considerando anche la lavatrice si calcolano circa 230
l/giorno. Negli edifici con funzione ricettiva il fabbisogno di acqua calda è
strettamente dipendente dalla presenza di clienti. Il calcolo del fabbisogno
giornaliero viene eseguito sulla presenza media di persone nel periodo compreso
tra maggio e agosto, e su questo dato si effettua il dimensionamento
dell’impianto. I valori di riferimento per il fabbisogno giornaliero medio pro
capite sono qui riportati:
1. ostello della gioventù 35 l/(persone e
giorno)
2. standard semplice 40 l/(persone e
giorno)
3. standard alto 50 l/(persone e giorno)
4. standard molto alto 80 l/(persone e
giorno)
Se la struttura offre anche servizio
cucina, il fabbisogno di acqua calda aumenta indicativamente in questo modo:
1. pasto semplice 10 l/(giorno e pasto)
2. pasto a più portate 15 l/(giorno e
pasto)
Esempio:
Un agriturismo viene
gestito da una famiglia di quattro persone. Durante il periodo estivo da maggio
ad agosto la presenza media di ospiti è di circa 15 pernottamenti al giorno.
Per gli ospiti vengono preparati due pasti al giorno. La lavatrice fa cinque
lavaggi al giorno.
1. Fabbisogno per la famiglia (4 x 50 l =) 200 l/giorno
2. Fabbisogno per gli ospiti (15 x 50 l =) 750 l/giorno
3. Cucina (30 x 10 l =) 300 l/giorno
4. Lavastoviglie (5 x 30 l =) 150 l/giorno
Totale 1400 l/giorno
Se è previsto un circuito di ricircolo
per la distribuzione dell’acqua calda nell’impianto, allora anche le sue
dispersioni devono essere considerate come fabbisogno di acqua calda. È
importante calcolare questo dato perché anche la sua dispersione può essere
coperta dall’impianto solare. La quantità di questo surplus di calore dipende
strettamente dalla lunghezza del circuito di ricircolo, dalla sua coibentazione
e dal tipo di funzionamento (gestione a timer o a temperatura), e deve quindi
essere accuratamente stimato caso per caso. Il fabbisogno di acqua calda
dipende direttamente dal comportamento individuale. Per un calcolo più preciso
si possono utilizzare i dati delle bollette del gas o dell’elettricità. Il
fabbisogno può essere calcolato anche montando un semplice contatore di flusso
nella tubatura dell’acqua calda.
Dimensionamento della superficie dei collettori
Per una situazione con orientamento ideale (sud, inclinazione 30°) si utilizzano i valori di riferimento di seguito riportati per dimensionare la superficie del collettore. Questa viene quindi calcolata in relazione al fabbisogno giornaliero di acqua calda. In relazione alle zone d’Italia si possono dare i seguenti riferimenti:
mensionamento dei collettori
Questi valori di dimensionamento
permettono di coprire completamente il fabbisogno durante i mesi estivi, cioè in
estate tutta l’acqua calda sanitaria viene riscaldata dall’impianto solare.
Calcolato su tutto l’anno, il risparmio energetico ottenuto è di circa 50-80%.
I valori in tabella devono essere ridotti del 30 % nel caso in cui si usino colletori
a tubi sottovuoto.
– I valori riportati sono valori indicativi. La
superficie reale dei collettori è da calcolare effettivamente sulle dimensioni
dei moduli esistenti. Differenze di ±20 % possono essere considerate non
problematiche.
– I valori di riferimento valgono per collettori
piani. Per collettori a tubo sottovuoto sono sufficienti i 2/3 della superficie
calcolata.
– Per il dimensionamento dei collettori nelle
strutture ricettive bisogna utilizzare il valore medio del fabbisogno
giornaliero di acqua calda calcolato nei mesi da maggio ad agosto.
Orientamenti diversi da quello ideale
riducono la prestazione dell’impianto molto meno di quanto normalmente si
pensi. Nella maggior parte dei casi questo può essere compensato da un minimo
aumento della superficie dei collettori. Una struttura di supporto per ottenere
un migliore orientamento del collettore è, ove possibile, da evitare per motivi
estetici.
Dimensionamento del serbatoio
Il serbatoio serve a equilibrare la
differenza temporale tra la presenza dell’irraggiamento e l’utilizzo dell’acqua
calda. Serbatoi dall’ampio volume permettono di superare periodi anche lunghi
di brutto tempo, tuttavia causano anche maggiori dispersioni di calore. Il
volume del serbatoio corrisponderà circa a 50 - 70 l/(m² superficie di collettore
piano). Negli impianti con riscaldamento ausiliare integrato nel serbatoio il
volume in temperatura, cioè la parte di serbatoio che viene mantenuta sempre
alla temperatura desiderata per l’acqua calda, viene sempre calcolato secondo
il fabbisogno giornaliero di acqua calda. Dovrebbe aggirarsi sui 20l/persona. Quando
si effettua il dimensionamento di grandi impianti, bisogna calcolare il volume
da tenere in temperatura tenendo conto anche della potenza della caldaia.
Scambiatori di calore del circuito
solare
Negli impianti semplici, come di norma
sono quelli delle case unifamiliari, si preferisce solitamente impiegare all’interno
del serbatoio scambiatori di calore a tubi lisci o corrugati. Negli impianti
più grandi si utilizzano scambiatori di calore esterni a piastre o a fasci di
tubi. La superficie dello scambiatore di calore dovrebbe essere circa 0,4
m2/(m2 superficie del collettore). Per gli impianti più grandi si calcola la
potenza massima che i collettori possono trasmettere e a seconda di questa
potenza si sceglie un adeguato scambiatore di calore esterno. Dove non vi è
pericolo di gelo si utilizza l’acqua come liquido termovettore all’interno del
circuito solare. In questo caso per evitare corrosioni bisogna aggiungere gli
inibitori indicati dal produttore. Nelle zone a rischio di gelo si usa invece
una miscela di acqua e di propilenglicolo atossico.
La portata del flusso all’interno del
circuito solare deve essere abbastanza grande da garantire una buon asporto del
calore dal collettore. Se la portata del flusso è troppo alta, però, aumenta di
conseguenza la perdita di pressione nelle tubature e quindi anche l’impegno di
energia che deve essere fornito da parte della pompa di circolazione.
La portata del flusso deve essere di
circa 30 – 40 l/(mq/h) per ogni metro quadrato di collettore solare. Se si impiegano
prefiniti collettori bisogna seguire le indicazioni del produttore.
Negli impianti di dimensioni maggiori è
possibile, con un montaggio continuo in serie delle strisce di assorbimento
all’interno del collettore, ottenere da una parte che in ognuna delle strip
passi una quantità sufficiente di acqua per garantire un buon asporto del
calore, e dall’altra che il flusso specifico attraverso tutto il collettore
possa essere tenuto piuttosto basso (per esempio 12 –20 l/(m2 h)) riducendo
così decisamente le spese per le tubature del circuito solare e per la pompa.
Caratteristiche di un impianto solare a pannelli solari a circolazione
forzata.
Questi
tipi di impianti solari utilizzano, a differenza degli impianti
a circolazione naturale,
per fare circolare il fluido riscaldato dai raggi solari, una pompa elettrica,
governata da una centralina solare e da alcune sonde. In estrema sintesi il
funzionamento di un impianto solare a circolazione forzata è questo: i pannelli
solari sono collegati ad una serpentina contenuta in un serbatoio; il fluido
contenuto nei pannelli solari si riscalda e fa scattare una sonda installata in
prossimità dei pannelli stessi, la sonda comunica con una centralina
elettronica solare che a sua volta governa una pompa elettrica. Questa pompa
quindi si innesta e spinge il fluido caldo all'interno della serpentina
contenuta nel serbatoio, dove lo stesso va a scaldare l'acqua che utilizzeremo
per lavarci.
In
pratica esistono in realtà due circuiti distinti all'interno del nostro
impianto solare: un primo circuito è di tipo 'chiuso' e collega i
pannelli solari alla serpentina nel serbatoio.
In
questo circuito la circolazione del fluido riscaldato dal sole avviene tramite
una pompa elettrica che interviene solo quando scattano determinate differenze
di temperatura tra la temperatura del fluido contenuto nei pannelli solari e
quello contenuto nel serbatoio. Questo viene fatto per non fare funzionare a
tempo pieno la pompa che potrebbe danneggiarsi, ma soprattutto per impedire che
durante la notte i pannelli solari diventino un dissipatore del calore
faticosamente accumulato durante la giornata.
In
questo circuito chiuso è sconsigliato immettere acqua pura, in quanto si
corre il rischio che la stessa ghiacci durante i mesi invernali e che quindi
rovini l'impianto solare stesso.
Per
ovviare ai rischi del ghiaccio si utilizza una miscela di acqua e glicole, un
pò come succede per gli impianti tradizionali di riscaldamento, dove si immette
nel circuito un anti-congelante.
Il
secondo circuito è di tipo 'aperto' e collega il serbatoio con il nostro
impianto idrico, e quindi sfrutta la normale pressione dello stesso, per fare
circolare l'acqua calda ottenuta dal Sole così da poter essere utilizzata.
Componenti di
un impianto solare a circolazione forzata:
Questi
tipi di impianti solari utilizzano, a differenza degli impianti a circolazione naturale, per
fare circolare il fluido riscaldato dai raggi solari, una pompa elettrica,
governata da una centralina solare e da alcune sonde. In estrema sintesi il
funzionamento di un impianto solare a circolazione forzata è questo: i pannelli
solari sono collegati ad una serpentina contenuta in un serbatoio; il fluido
contenuto nei pannelli solari si riscalda e fa scattare una sonda installata in
prossimità dei pannelli stessi, la sonda comunica con una centralina
elettronica solare che a sua volta governa una pompa elettrica. Questa pompa
quindi si innesta e spinge il fluido caldo all'interno della serpentina
contenuta nel serbatoio, dove lo stesso va a scaldare l'acqua che utilizzeremo
per lavarci.
In pratica
esistono in realtà due circuiti distinti all'interno del nostro impianto
solare: un primo circuito è di tipo 'chiuso' e collega i pannelli solari
alla serpentina nel serbatoio.
In questo
circuito la circolazione del fluido riscaldato dal sole avviene tramite una
pompa elettrica che interviene solo quando scattano determinate differenze di
temperatura tra la temperatura del fluido contenuto nei pannelli solari e
quello contenuto nel serbatoio. Questo viene fatto per non fare funzionare a
tempo pieno la pompa che potrebbe danneggiarsi, ma soprattutto per impedire che
durante la notte i pannelli solari diventino un dissipatore del calore
faticosamente accumulato durante la giornata.
In questo
circuito chiuso è sconsigliato immettere acqua pura, in quanto si corre
il rischio che la stessa ghiacci durante i mesi invernali e che quindi rovini
l'impianto solare stesso.
Per
ovviare ai rischi del ghiaccio si utilizza una miscela di acqua e glicole, un
pò come succede per gli impianti tradizionali di riscaldamento, dove si immette
nel circuito un anti-congelante.
Il secondo
circuito è di tipo 'aperto' e collega il serbatoio con il nostro impianto
idrico, e quindi sfrutta la normale pressione dello stesso, per fare circolare
l'acqua calda ottenuta dal Sole così da poter essere utilizzata.
Componenti di un impianto
solare a circolazione forzata:
Pannelli
solari: uno o più pannelli solari. I pannelli possono essere sia di tipo piano che di tipo sotto vuoto, a seconda delle
prestazioni che si vogliono ottenere.
Serbatoio
per la circolazione forzata: particolare tipo di serbatoio normalmente
verticale, può contenere già al suo interno eventuali valvole di sicurezza e un
vaso di espansione per evitare danni in caso di sovrariscaldamento. Il
serbatoio contiene anche la serpentina per il trasferimento del calore dalla
miscela di acqua e glicole all'acqua sanitaria, e a volte contiene anche una
resistenza elettrica per scaldare l'acqua nel caso la stessa non sia
sufficientemente calda per l'uso, oppure, sempre per questo scopo, può
contenere una seconda serpentina collegata alla propria caldaia o scaldabagno,
in modo da tenere sempre ad una buona temperatura l'acqua calda. Ricordiamo che
il serbatoio può venire installato in qualsiasi luogo all'interno
dell'abitazione.
kit di
fissaggio dei pannelli per tetti a tegola: piccole staffe in acciaio
da utilizzare per fissare i pannelli solari alla struttura del tetto. Nel caso
si disponga di un tetto piano esiste un'altra struttura per il fissaggio su
tetto piano dei pannelli solari.
pompa
elettrica: pompa elettrica controllata da una centralina solare. La pompa
permette la circolazione della miscela acqua-glicole dai pannelli solari al
serbatoio e viceversa, ovunque il serbatoio sia installato all'interno
dell'abitazione.
centralina
elettronica solare: questa centralina, normalmente fornita di processore
e di display per le programmazioni, controlla il funzionamento della pompa
facendola partire solo quando è necessario, grazie ai dati forniti da due o più
sonde inserite in vari punti del circuito solare.
I lati
positivi di questo tipo di impianto sono legati principalmente al fatto che la
circolazione, avvenendo in maniera forzata, permette di posizionare il
serbatoio in qualsiasi posizione all'interno dell'abitazione, quindi da un
punto di vista estetico dall'esterno della casa si vedranno solo i
pannelli solari adagiati comodamente sul tetto.
Senza
quindi gli inestetismi possibili con gli impianti solari a circolazione naturale
che spesso richiedono il posizionamento del serbatoio sopra i pannelli solari
in maniera a volte antiestetica o sporgente.
Non è richiesta una particolare robustezza del tetto o del sottotetto, che non
deve più necessariamente ospitare un pesante serbatoio (fino a 300 - 500 Kg. ).
La circolazione
forzata offre comunque un rendimento leggermente superiore di quello di un
impianto a circolazione naturale, in quanto il fluido termo-vettore circola in
maniera più rapida e fluida all'interno del circuito solare.
I lati
negativi sono difatto legati ad un aumento dei costi di acquisto, e di eventuale
assistenza in caso di guasto, della pompa, della centralina solare o delle
sonde, oltre al fatto che comunque, pur consumando poca energia elettrica,
l'impianto solare diminuisce la sua resa energetica in quanto dobbiamo
prevedere comunque un minimo di spreco energetico per garantire la circolazione
forzata del fluido caldo proveniente dai pannelli solari.
Comunque
questa perdita di rendimento va a compensare con la maggiore resa di questo
tipo di impianto vista nel punto precedente.
Impianti
solari termici per acqua calda sanitaria ed integrazione al riscaldamento
degli ambienti
|
Storicamente
gli impianti solari termici sono stati installati per soddisfare il
fabbisogno di acqua calda sanitaria durante tutto l'anno o per riscaldare
piscine nel periodo estivo, dal momento che la richiesta di calore si
manifesta nei periodi con maggiore irradiazione.
Negli
ultimi anni, tuttavia, si sta diffondendo l'abitudine a progettare ed
installare impianti combinati, ossia atti a soddisfare il fabbisogno di acqua
calda sanitaria e integrare parzialmente il riscaldamento degli ambienti
interni. Il reale interesse verso questa applicazione del solare termico è
partito, come spesso accade, dal Nord Europa e sta trovando ampia diffusione
anche in Italia.
Un
impianto combinato, dunque, deve confrontarsi con due tipologie diverse di
fabbisogno: quello di acqua calda sanitaria, all'incirca costante durante
l'anno, e quello di riscaldamento, presente solo nei mesi invernali. Da qui
nascono le modifiche da apportare in fase di progettazione, rispetto ad un
impianto per la sola produzione di acqua calda sanitaria:
-
aumento della superficie captante e quindi del
numero di pannelli
-
aumento dell'angolo di inclinazione dei pannelli
per sfruttare maggiormente il sole in inverno e limitare la produzione
energetica estiva. L'inclinazione di ottimo supera i 50°;
-
necessità di un sistema in grado di garantire
acqua a due temperature differenti per due circuiti indipendenti.
|
I
vantaggi di questa tipologia impiantistica sono notevoli. La possibilità di
soddisfare due utenze garantisce una certa flessibilità: se, ad esempio, non
c'è richiesta di acqua calda sanitaria, il calore fornito dai pannelli sarà
riversato verso i corpi scaldanti. Inoltre, rispetto ad un impianto per sola
acqua calda sanitaria, alcune voci di costo (centralina di controllo, liquido
antigelo, tubazioni del circuito primario, isolamento) rimangono invariate
mentre altre (struttura di supporto, installazione) sfruttano interessanti
economie di scala.
Un
impianto combinato ben si adatta ad abitazioni dove già sia stato curato il
risparmio energetico con un buon livello di coibentazione delle superfici
disperdenti e un sistema di distribuzione del calore a bassa temperatura
(riscaldamento a pavimento, a parete, a battiscopa). L'impianto solare crea
un effetto sinergico rispetto a questi interventi per due motivi:
-
la riduzione del fabbisogno energetico della casa;
-
aumento dell'incidenza del risparmio energetico realizzato
tramite l'impianto solare;
|
Dal punto di vista impiantistico le soluzioni
maggiormente utilizzate dono due:
1. Impianto combinato con
accumulo di tipo “tank in tank”. Il serbatoio per l'acqua calda sanitaria
(di volume inferiore) si trova all'interno di quello destinato all'acqua
del circuito di riscaldamento (fig. 1).
La
forma caratteristica del serbatoio per l'acqua calda sanitaria è quella di
'fungo', in modo tale da poter sfruttare il moto convettivo dell'acqua
calda che sale naturalmente verso l'alto ed è disponibile per il prelievo.
Tale
soluzione è molto vantaggiosa dal punto di vista energetico, in quanto le
dispersioni termiche vengono ridotte al minimo e, allo stesso tempo, si
rivela molto compatta, consentendo di convogliare tutte le fonti di energia
verso un unico elemento, semplificando il circuito idraulico.
2. Impianto
combinato con accumulo per acqua calda sanitaria e scambiatore di calore
per il circuito di riscaldamento. Adottando questa soluzione, l'energia
raccolta dai pannelli viene indirizzata principalmente verso il serbatoio.
Quando l'acqua sanitaria raggiunge la temperatura desiderata dall'utenza,
la centralina di controllo provvederà a deviare l'energia termica, tramite
una valvola a 3
vie, verso il riscaldamento (fig. 2).
In questa configurazione il
volume dell'accumulo si riduce e parallelamente i costi di impianto si
abbassano.
Gli ingombri sono ridotti, ma allo stesso tempo la superficie captante
risulta notevole rispetto all'accumulo, aumentando i rischi di
sovratemperature nei mesi estivi.
In alternativa si può
ricorrere ad uno scambiatore istantaneo per l'acqua calda sanitaria e
utilizzare l'accumulo per il riscaldamento, ma gli aspetti tecnici prima
evidenziati non cambiano.
|
fig.1. Schema
idraulico semplificato di un impianto solare termico per la produzione di
acqua sanitaria e integrazione al riscaldamento con serbatoio “tank in
tank”.
fig. 2. Schema idraulico semplificato di un impianto solare termico per la
produzione di acqua sanitaria e integrazione al riscaldamento con
scambiatore di calore per il circuito di riscaldamento
|
Particolare
attenzione va posta nella gestione dell'energia termica prodotta nei mesi
in cui il riscaldamento è spento. Durante i mesi estivi, infatti, la
superficie dei pannelli risulta eccessiva rispetto al fabbisogno di acqua
calda sanitaria, per cui sarebbe opportuno trovare una modalità di utilizzo
dell'energia prodotta, come il riscaldamento di una piscina esterna.
Qualora
questo non sia possibile, si può verificare il ristagno del fluido
termovettore contenuto nei pannelli che evapora e di conseguenza si
espande. Questa condizione non rappresenta in sé un problema dal momento
che ogni componente dell'impianto deve essere garantito per le alte
temperature e soprattutto il vaso di espansione deve essere dimensionato
correttamente, in modo tale da poter accogliere il volume eccedente.
Il
monitoraggio degli impianti combinati richiede un livello di dettaglio
molto alto per poter stabilire quanto calore viene utilizzato per la
produzione di acqua calda sanitaria e quanto per il circuito di
riscaldamento. Analizzando i dati disponibili finora, la copertura del
fabbisogno di acqua calda sanitaria arriva fino al 90 %, mentre per il
riscaldamento si può arrivare al 30 % se l'edificio è ben progettato dal
punto di vista energetico. Un esempio: consideriamo una famiglia di 5
persone che vive in una casa con 140 m2 di superficie riscaldabile. Possiamo
ipotizzare un fabbisogno energetico per acqua calda sanitaria
corrispondente a 4.600 kWh/anno a cui vanno sommati circa 12.000 kWh/anno
corrispondenti al fabbisogno di riscaldamento. Per realizzare le
percentuali di copertura di cui sopra, si può pensare ad un impianto da 14 m2 di superficie
captante con un accumulo complessivo di 1.000 litri che
permette un risparmio annuale di circa 8.400 kWh/anno (1.000 €/anno). A
fronte di un investimento iniziale complessivo di 9.000 € (considerando le
attuali agevolazioni fiscali per questo tipo di interventi, IVA del 10% e
detrazione IRPEF del 50%, da ripartire in 10 anni o, qualora possibile,
usufruire della detrazione fiscale del 65%) il tempo di ritorno
risulta quindi di 5 anni circa, un buon valore nell'ambito dell'utilizzo
delle fonti rinnovabili. Se si inserisce questo esempio in un contesto ove
siano presenti finanziamenti a fondo perduto statali o regionali,
l'interesse e la convenienza economica di questo tipo di impianti cresce
ancor più.
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LA NOSTRA FILOSOFIA SUL TERMICO SOLARE
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Perché abbiamo
scelto di installare pannelli solari termici del tipo sottovuoto?
Il
pannello solare sottovuoto ha una resa maggiore al pannello tradizionale di
30-40%. Tale performance permette di installare meno pannelli e, quindi, di
far risparmiare il cliente, nonché permette in periodi invernali rigidi di
avere una maggiore resa termica dell’impianto. Consigliamo di installare il
pannello solare sottovuoto allorquando si utilizzano sistemi di riscaldamento
radianti (parete, pavimento, ecc.).
Si
consiglia inoltre di installare dei pannelli solare sottovuoto per riscaldare
l’acqua della piscina, sia estiva che invernale.
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energetico a costi contenuti.
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e preventivi gratuiti.
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